Cinema. François Truffaut intervista Alfred Hitchcock
Questa intervista va ben oltre al commento della filmografia di Hitchcock. In essa, infatti, il maestro della suspense spiega qual è la sua idea di cinema. Cosa cercano gli spettatori in un film? Come lo realizzo? Attraverso le sue risposte capiamo chiaramente che nessun dettaglio dei suoi film è banale e che egli approfitta di ogni spazio e di ogni immagine per riempirli di elementi trascendenti per la storia. Questo conferisce grande drammaticità alla storia, senza che lo spettatore ne sia del tutto consapevole.
Hitchcock inoltre definisce la suspense, il mistero e la sorpresa e spiega come ogni elemento sia differente dall’altro e possa trasferirsi sul grande schermo. Parla di cinema puro, di quel cinema che senza aver bisogno di dialogo, solo attraverso le immagini, riesce a dare allo spettatore le informazioni necessarie per capire i personaggi e le situazioni.
Egli condivide anche anche alcuni effetti usati nei suoi film, come mettere una luce in un bicchiere di latte affinché lo spettatore deduca che contiene veleno o far correre un'ambulanza per due chilometri per rendere realistico il suono della sirena all'arrivo sulla scena del crimine. E, naturalmente, ci spiega che cosa è il famosissimo "MacGuffin".
Infine, non si può non far riferimento all'impatto di alcuni dei suoi film negli anni 60. Anche se un film come "Vertigo" non viene preso particolarmente in considerazione in questa intervista, nel corso degli anni è stato considerato da alcuni esperti come il miglior film della storia del cinema.
Hitchcock parla dei suoi film, dei suoi attori, degli sceneggiatori, del simbolismo (che spesso ci sfugge), delle sue paure e delle sue paranoie, nel cinema e nella vita reale. Il tutto con il suo inconfondibile senso dell'umorismo.
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